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In Italia sono state stimate nel 2024 circa 5.423 nuove diagnosi di tumore ovarico e 3.600 decessi (dati 2022), secondo quanto riportato nel rapporto “I numeri del cancro in Italia 2024” a cura, tra gli altri, dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) e dell’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM). I dati del Global Cancer Observatory (GloboCan), una piattaforma curata da Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dall’International Agency for Research on Cancer (IARC), mostrano che a livello globale il tumore ovarico si colloca al settimo posto tra i tumori che colpiscono le donne, costituendo il 4 per cento circa delle diagnosi di tumori femminili. Il carcinoma ovarico si caratterizza per la sua aggressività, con una percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi attorno al 43 per cento, soprattutto perché in molti casi la malattia viene diagnosticata quando è in fase già avanzata.
Nello stesso rapporto si legge che i tassi di mortalità sono in diminuzione negli ultimi anni, grazie anche all’introduzione di nuove ed efficaci strategie di trattamento. Le recenti innovazioni terapeutiche hanno apportato un cambio di paradigma terapeutico soprattutto per quelle pazienti che rispondono alla chemioterapia a base platino, con mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 o con deficit del sistema di ricombinazione omologa (HRd), lasciando però negli ultimi 10 anni un forte bisogno ancora insoddisfatto per tutte quelle pazienti con carcinoma dell’ovaio che non trovano risposta nella chemioterapia a base di platino o che sviluppano una resistenza a quest’ultima dopo plurime linee di trattamento. Si stima che oggi le pazienti resistenti alla chemioterapia a base di platino passino dal 20% in prima linea per arrivare oltre al 50% nelle linee avanzate oltre la terza.
Le evidenze scientifiche più recenti però hanno donato nuovamente speranza anche per queste pazienti, tramite l’identificazione di un nuovo marcatore, ossia il recettore dei folati che, se espresso in misura sufficiente, permette alle pazienti resistenti alla chemioterapia a base di platino, di avere accesso ad una nuova classe farmacologica, quella degli anticorpi farmaco coniugati che sfruttano questo recettore come target (ADC). Gli ADC approvati per il carcinoma dell’ovaio platino resistente hanno dimostrato a loro volta un miglioramento della prognosi, sia ritardando la progressione della malattia, sia sulla sopravvivenza in generale in un confronto verso la chemioterapia standard non a base di platino.
La diagnosi della positività al recettore dei folati avviene mediante un test di immunoistochimica, una tecnica diagnostica economica e ampiamente diffusa in anatomia patologica. Alla luce di questi grandi risultati, si sottolinea l’importanza dell’esecuzione del test del biomarcatore dei folati al momento della diagnosi, infatti si stima che oltre l’80% delle pazienti con carcinoma dell’ovaio esprima il recettore dei folati. L’arrivo di terapie mirate per pazienti platino-resistenti con alta espressione del FRα richiederà, quindi, un necessario cambio di paradigma nella presa in carico di questo specifico setting onde consentire un accesso equo alle nuove opzioni terapeutiche disponibili.
Programma
Conduce Laura Morelli, Direttrice responsabile Innlifes
15:00-15:10 Saluti istituzionali
- Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato
15:10-15:30 Introduzione
- Monica Calamai, Commissaria straordinaria ASP di Crotone, coordinatrice Community Donne Protagoniste in Sanità
15:30-16:00 Inquadramento epidemiologico e presentazione dei dati
- Mario Braga, Professore ordinario di Igiene e Epidemiologia Clinica, Università degli Studi di Ferrara
16:00-17:30 La ricostruzione del percorso assistenziale: esperienze e prospettive
- Maria Domenica Castellone, Vice Presidente del Senato
- Anna Fagotti, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore Unità Operativa Complessa di Ginecologia Oncologica presso Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, Roma
- Simona Loizzo, XII Commissione Affari sociali della Camera
- Domenica Lorusso, Professore Ordinario presso Humanitas University e responsabile dell’Unità di Ginecologia Oncologica Medica di Humanitas San Pio X, Milano, anche in rappresentanza di Women for Oncology Italia
- Lucia Manganaro, Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze Radiologiche, Oncologiche e Anatomopatologiche Sapienza Università di Roma, Policlinico Umberto I
- Marta Manna, Project manager Loto OdV
- Laura Marziali, ex paziente e divulgatrice in ambito oncologico, Presidente C’è Tempo ODV
- Elena Murelli, Segretario di Presidenza e Capogruppo 10ª commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato
- Elisabetta Ricotti, Direttore generale e della Comunicazione ACTO Italia
- Gian Franco Zannoni – Professore Ordinario di Anatomia Patologica presso Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore di Anatomia Patologica Generale presso Policlinico A. Gemelli, Roma
17:30-18:00 Interventi del pubblico e conclusioni
Con il contributo non condizionante:
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